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Cà Vendramin Calergi – Casinò

“Vedere un mondo in un grano di sabbia e un universo in un fiore di campo”, sosteneva intuitivamente William Blake riferendosi ad una forma essenziale che prescinde dalla scala e si ritrova nelle opere del creato, dalle più piccole alle più grandi, osservandole tanto sottilmente, per via intuitiva o per via scientifica, da riuscire a coglierne la filigrana. In ogni processo di acquisizione della conoscenza accade che, partendo da qualcosa che colpisce i nostri sensi, si venga condotti, attraverso il funzionamento della mente, ad entità concettuali più elevate che i sensi, da soli, non potrebbero cogliere.

Processo per cui, ad esempio meravigliandosi di fronte alla perfezione di una rosa, oppure grazie ad un’immagine che ferma il flusso consolidato e abituale dei nostri pensieri, che ci costringe ad astrarre, arriviamo, per collegamenti ed intuizioni, ad incontrare alcuni degli assunti della scienza contemporanea. L’autrice ci pone dinnanzi a “centrali possibili”, slegate da contingenze storiche, che si ricollegano simmetriche, nella loro produttività silenziosa, all’armonia del cosmico ingegno. Ipotesi di un futuro in cui una nuova consapevolezza permette all’uomo di sintonizzarsi costruttivamente al meccanismo universale di cui è parte.

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